giovedì 28 giugno 2018

Conclusioni della Riunione del Consiglio europeo 28 giugno 2018







di Antonio Ciniero
Cosa prevedono? che effetti avranno?
- Chiusura delle frontiere e rafforzamento delle frontiere esterne. Lo prevedevano già gli accordi di Schengen del 1985. Da allora ad oggi si sono ridotti i flussi? No, con le misure proposte si ridurranno i flussi? Ovviamente no, d’altro canto lo ammette lo stesso documento al punto 1 “i flussi hanno ripreso a crescere di recente sulle rotte del Mediterraneo orientale e occidentale”, come è sempre avvenuto! Chiusura delle frontiere = riorientamento dei flussi, no flessione dei flussi!
- Operazioni di salvataggio in mare. Anche in questo caso nulla di nuovo, si continua con la criminalizzazione delle operazioni di salvataggio iniziata dal precedente governo nell’aprile del 2017; Uomini, Donne e bambini, ridotti, cinicamente, a pedine da sacrificare sullo scacchiere della politica interna e internazionale. Qui un articolo dello scorso anno, quando è iniziata la “guerra” alla solidarietà allora https://migr-azioni.blogspot.com/2017/04/non-volete-le-ong-aprite-le-frontiere.html
- Si ribadisce la volontà di continuare a finanziare il regime dispotico di Erdogan con soldi pubblici versati dai democratici paesi europei.
- Non si mette in discussione il principio di primo ingresso del trattato di Dublino.
- Non si prevede la possibilità di introdurre modalità di ingresso regolari per chi è spinto alla migrazione per motivazioni economiche.
- Si dichiara di voler sostenere e rilanciare gli “aiuti allo sviluppo” dell’Africa, la stessa cosa che si afferma almeno dagli anni ’60 del secolo scorso, aiuti che hanno, tutt’al più, ottenuto solo un obiettivo: l’indebitamento e l’ulteriore impoverimento di un numero sempre maggiore di paesi africani. Negli anni, come i dati Oxfam ci ricordano, la sperequazione della ricchezza globale anziché diminuire è aumentata!
Il problema non è Salvini, la sua azione e i suoi modi solo più rozzi, solleticano un lettorato frustrato, Salvini è solo più esplicitamente razzista! Il problema rimane l’approccio Europeo alle migrazioni. L’Europa si ostina a non voler imparare dagli errori del passato!
Spetterà a tutti noi, a tutti coloro che non vogliono arrendersi a questa inumana violenza, riaffermare il primato dell’umanità e della ragione, sia di fronte al populismo demagogico, che all’atteggiamento ipocrita delle principali potenze europee e dell’UE.

venerdì 15 giugno 2018

Nessun cambiamento, come era prevedibile: si peggiora solo il peggiorabile






di Antonio Ciniero


Le iniziative messe in campo dal neo ministro degli Interni, nonostante il tentativo di presentarle come nuove, si pongono in perfetta continuità con gli interventi in materia di politica migratoria e di governance dei flussi attuati dall’Italia e dall’UE da almeno un trentennio. La vicenda della nave Aquarius mostra senza filtri il cinismo e l’aspetto inumano della gestione delle migrazioni anche al grande pubblico, ma non rappresenta un ribaltamento dell’approccio italiano alla gestione dei flussi migratori degli ultimi anni.

Dall’adozione degli accordi di Schengen in poi, la chiusura delle frontiere e la selezione degli ingressi è stata, e continua ad essere, la bussola di tutti gli interventi normativi in materia migratoria del nostro paese, come lo è delle legislazioni nazionali di quasi tutti i paesi europei e dell’Ue nel suo complesso.

Nel nostro paese però, più che altrove, i vari tentativi di ridurre il numero degli ingressi irregolari non solo sono sistematicamente falliti, ma hanno generato un paradosso (solo apparente): quanto più le leggi diventavano repressive e restrittive, quanto più erano orientate a ridurre la clandestinità, tanto più l’irregolarità di soggiorno cresceva (sia l’irregolarità di ingresso, che la cosiddetta irregolarità sopraggiunta).[1] I sedici anni di applicazione della cosiddetta legge Bossi-Fini lo hanno mostrato chiaramente. Ovviamente non è casuale, e l’irregolarità in Italia è aumentata più che altrove perché il nostro paese non ha, a differenza di altri paesi europei, dei meccanismi di regolarizzazione permanenti, ma ha avuto solo sporadiche sanatorie una tantum.
Le politiche di chiusura delle frontiere, la restrizione dei canali d’ingresso regolare, la precarizzazione della condizione giuridica degli stranieri e il mancato riconoscimento dei diritti di cittadinanza hanno fatto sì che si instaurasse una dialettica tra stato e mercato, in cui i processi che costringono i migranti all’irregolarità e all’esclusione consegnano agli agenti economici un utile strumento di svalorizzazione della forza lavoro: una situazione utilissima a chi domanda lavoro, perché mette a disposizione una manodopera priva di diritti da sottoremunerare ed utilizzare per incrementare i profitti.