di Antonio Ciniero
Disapplicare
l’articolo del cosiddetto decreto sicurezza che impedisce ai richiedenti asilo il
riconoscimento della residenza anagrafica non è un favore fatto ai migranti, è semplicemente
il riconoscimento di un diritto che quel decreto nega creando aggravio nella
vita delle persone e problemi al sistema di welfare.
Negare
per legge la residenza ai richiedenti asilo non ha alcun impatto rispetto alla tutela
dell’ordine pubblico, moltiplicherà solo i problemi, peraltro noti da decenni. Il
decreto, infatti, impedendo l’iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo, non
fa altro che estendere su tutto il territorio nazionale quanto già avviene a
macchia di leopardo in diversi territori del paese dove, per esempio, molte
questure, al momento dei rinnovi dei pds, decidono, sulla base di un’assoluta
discrezionalità, se riconoscere o meno come valide le residenze legittimamente
rilasciate dai comuni.
Con
questo provvedimento legislativo si elimina questa discrezionalità livellando
al ribasso i diritti.
Il
livellamento al ribasso dei diritti non è un primato dell’attuale ministro dell’interno;
il suo predecessore si era addirittura spinto oltre firmando un decreto che prevedeva
l’abolizione di un grado di giudizio per i cittadini stranieri richiedenti asilo.
Anche
per questo, probabilmente, le prese di posizioni di alcuni sindaci del Partito Democratico
appaiono strumentali, e probabilmente lo sono, ma al momento non importa, è importante
sostenere tutte le iniziative di chi decide di disapplicare il cosiddetto
decreto sicurezza! Non si può continuare a fare propaganda e demagogia sulla
pelle persone. È ignobile, umanamente prima che politicamente!
Chi,
da sindaco, pur criticando il decreto, si trincea dietro l’affermazione che un
sindaco è tenuto ad applicare la legge, deve avere la consapevolezza che sta
compiendo una scelta politica, sta dicendo che preferisce amministrare anziché impegnarsi
politicamente per fare tutto quanto in suo potere per opporsi alla negazione di
diritti nel territorio del suo comune.
Ovviamente
non ci sono solo i sindaci, siamo tutti chiamati in causa, siamo tutti chiamati
a prendere posizione e, per quanto mi riguarda, siamo tutti chiamati, ognuno a
suo modo e/o in base al suo ruolo, a disubbidire a questa legge!
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