MigrAzioni - il Blog
Uno spazio di riflessione sui processi migratori e le interazioni che innescano nelle società contemporanee.
Propone articoli di approfondimento sulle condizioni sociali e lavorative dei cittadini immigrati e dei rifugiati,
i mutamenti socio-economici che interessano il mercato del lavoro, i processi di impoverimento e di esclusione sociale,
le pratiche e le relazioni di potere che connotano la costruzione dell’alterità.
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sabato 29 novembre 2025
La vicenda della casa nel bosco. Quando l’antiziganismo trova declinazione tanto a destra, quanto a sinistra…
lunedì 25 agosto 2025
Jerry Essan Maslo. Una storia italiana
La notte tra il 24 e il 25 agosto veniva assassinato Jerry Essan Maslo.
Alla vicenda di Masslo, le teche rai hanno dedicato uno spazio che raccoglie interviste e spezzoni di programmi dell’epoca che parlarono della vicenda. Il titolo è infelice “La guerra di Masslo” (Masslo non ha fatto una guerra, semmai la guerra è stata fatta a Masslo e ai tanti che hanno provato a costruire un futuro lontano dal posto in cui sono nati da leggi ingiuste e liberticide), ma i materiali sono interessanti.
Se avrete la pazienza di vederli e ascoltarli vi sembrerà di vivere un déjà vu, oltre che la storia Masslo, dell’Italia di quell’epoca, vedrete molto di quello che ancora oggi accade.
domenica 9 febbraio 2025
Almasri, non è che un ingranaggio. Chi oggi è all’opposizione conservi la stessa indignazione per chiedere un cambio (radicale!) delle politiche migratorie Italiane ed Europee.
Negli ultimi dieci anni hanno governato un po’ tutti (governi tecnici, centro sinistra, gialloverdi, centro destra, destra centro…) e, nonostante ciò, l’approccio di fondo alla gestione degli ingressi per chi proviene da Paesi non Comunitari è rimasto, sostanzialmente, lo stesso. È un approccio caratterizzato da assenza di prospettive ragionevoli e rispettose dei diritti umani e dalla scomparsa dal dibattito pubblico degli elementi strutturali che caratterizzano gli ingressi e la permanenza in Italia dei nuovi cittadini.
Non solo in questi anni il tema generale del riconoscimento dei diritti ai cittadini stranieri è progressivamente scomparso dal dibattito pubblico, ma perfino un tema basilare come quello legato alla programmazione degli ingressi che consentano la libertà di movimento e il rispetto della vita umana è venuto meno. In questo ultimo decennio si è continuato a operare in maniera “strutturalmente emergenziale”, prova ne sia, tra le altre cose, la progressiva diminuzione delle (già insufficienti e inadeguate) quote di ingresso annualmente previste per motivazioni lavorative. Una diminuzione che ha costretto moltissimi a trovare modalità alternative per raggiungere l’Italia….
L’aumento del numero delle persone costrette all’irregolarità di ingresso o a modalità improprie è un fenomeno noto e studiato da tempo. In questi ultimi dieci anni, per esempio, al calo drastico degli ingressi per motivazioni lavorative è corrisposto un innalzamento repentino degli ingressi per richiesta di protezione (si veda grafico 1) alla quale, nei fatti, ha dovuto ricorrere, pur di avere un titolo di soggiorno, anche chi era alla ricerca di un lavoro e che non avrebbe voluto essere inserito all’interno del sistema di accoglienza italiano. Centinai di miglia di persone costrette da leggi inumane a viaggi pericolosissimi.
Anche a causa di questa scellerata gestione, il numero degli uomini e delle donne morte in mare che dal 2014 al 2024 hanno provato a raggiungere l’Italia lungo la rotta del Mediterraneo centrale ha raggiunto la drammatica cifra di circa 24 mila persone (si veda grafico 2).
Queste 24 mila persone sono tutte vite immolate per la “ragion di Stato”, la stessa che si invoca oggi per giustificare il rilascio e l’accompagnamento su un volo di Stato di un criminale come Almasri, spietato ingranaggio di un meccanismo molto più ampio che chiama in causa responsabilità dirette dei Paesi Europei, in primis l’Italia, e della stessa UE che continua a guardare con favore alle cosiddette politiche di esternalizzazione dei controlli dei flussi che, in maniera più brutale e meno politicamente corretto, dovrebbero essere chiamate politiche di subappalto del lavoro sporco.
Chi oggi in Parlamento grida giustamente la propria indignazione per quanto avvenuto con il rilascio di Almasri, conservi quella stessa indignazione contro le politiche che il proprio partito, quando ha avuto responsabilità di governo, ha avvallato e di cui Almasri non è che una diretta espressione. Almasri è il volto, è l’esecutore di quelle violenze, ma i “mandanti “sono altri e, per citare De Andrè, per quanto quei mandanti si credano assolti, saranno per sempre coinvolti!
Fonte Istat. anni 2012-2023, mia elaborazione.
Fonte IOM. Anni 2014-2024, mia elaborazione
mercoledì 25 settembre 2024
Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito…
di Antonio Ciniero
sabato 21 settembre 2024
Insicurezza, discriminazione e deprivazione dei diritti. In Italia va in onda sempre lo stesso copione
domenica 31 marzo 2024
Le politiche dell’esclusione. Centri di accoglienza, ghetti agricoli e campi rom in Italia
E' appena uscito per Meltemi il ultimo libro: Le politiche dell’esclusione. Centri di accoglienza, ghetti agricoli e campi rom in Italia.
Qual è la genesi dei centri di accoglienza per i migranti? Come sono nati i ghetti agricoli in Italia? Cosa hanno in
comune con i campi rom? Come si vive in questi luoghi?
Che effetti hanno sulle traiettorie di vita delle persone che li
abitano e, più in generale, sul resto della società?
Sono le domande a cui provo a rispondere con questo
libro, a partire dall’attività di ricerca degli ultimi dieci anni,
in cui ho attraversato questi luoghi che sono dei luoghi di vita
e di comprensione del reale, di processi concreti e simbolici
che non riguardano solo chi ci vive, ma la società contemporanea nel suo complesso.
L’obiettivo di questo lavoro è analizzare il modo in cui i centri di accoglienza (e, parallelamente, il sistema di accoglienza), i ghetti agricoli e i campi rom abbiano contribuito, nel solco di una legislazione sulle migrazioni profondamente contraddittoria, a determinare forme di esclusione sociale, integrazione subalterna e inclusione differenziale di segmenti di popolazione definita migrante anche dopo decenni di permanenza nel nostro paese, così come accade ai discendenti nati e cresciuti in Italia. Un altro intento è quello di provare a fare luce sulle categorie di pensiero, che, attraverso la riproduzione ininterrotta di stereotipi, pregiudizi, proiezioni, spesso ingabbiano il percorso della democrazia verso i diritti, anche laddove esista una volontà di cambiamento, proprio perché improntati, oggi come ieri, al non ascolto, al non riconoscimento dei soggetti coinvolti e delle loro istanze.
qui il link al sito della casa editrice
giovedì 21 dicembre 2023
Immigrazione, Italia: sempre in bilico tra un approccio emergenziale e un’inclusione subalterna
intervista per Vita
“Il Terzo Settore ha la capacità di trasformarsi e valorizzare i contributi economici, sociali e culturali provenienti da persone di diverse origini geografiche?” Da questa domanda è nato il percorso formativo dedicato alla cittadinanza globale del progetto Formazione Quadri Terzo settore – Fqts. «Dobbiamo superare la logica dei “poverini che arrivano ed hanno bisogno di aiuto”», dice Antonio Ciniero, professore di sociologia delle migrazioni dell’università del Salento