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sabato 5 gennaio 2019

Amministrare o impegnarsi politicamente?




di Antonio Ciniero

Disapplicare l’articolo del cosiddetto decreto sicurezza che impedisce ai richiedenti asilo il riconoscimento della residenza anagrafica non è un favore fatto ai migranti, è semplicemente il riconoscimento di un diritto che quel decreto nega creando aggravio nella vita delle persone e problemi al sistema di welfare.

Negare per legge la residenza ai richiedenti asilo non ha alcun impatto rispetto alla tutela dell’ordine pubblico, moltiplicherà solo i problemi, peraltro noti da decenni. Il decreto, infatti, impedendo l’iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo, non fa altro che estendere su tutto il territorio nazionale quanto già avviene a macchia di leopardo in diversi territori del paese dove, per esempio, molte questure, al momento dei rinnovi dei pds, decidono, sulla base di un’assoluta discrezionalità, se riconoscere o meno come valide le residenze legittimamente rilasciate dai comuni.
Con questo provvedimento legislativo si elimina questa discrezionalità livellando al ribasso i diritti.

Il livellamento al ribasso dei diritti non è un primato dell’attuale ministro dell’interno; il suo predecessore si era addirittura spinto oltre firmando un decreto che prevedeva l’abolizione di un grado di giudizio per i cittadini stranieri richiedenti asilo.
Anche per questo, probabilmente, le prese di posizioni di alcuni sindaci del Partito Democratico appaiono strumentali, e probabilmente lo sono, ma al momento non importa, è importante sostenere tutte le iniziative di chi decide di disapplicare il cosiddetto decreto sicurezza! Non si può continuare a fare propaganda e demagogia sulla pelle persone. È ignobile, umanamente prima che politicamente!

Chi, da sindaco, pur criticando il decreto, si trincea dietro l’affermazione che un sindaco è tenuto ad applicare la legge, deve avere la consapevolezza che sta compiendo una scelta politica, sta dicendo che preferisce amministrare anziché impegnarsi politicamente per fare tutto quanto in suo potere per opporsi alla negazione di diritti nel territorio del suo comune.

Ovviamente non ci sono solo i sindaci, siamo tutti chiamati in causa, siamo tutti chiamati a prendere posizione e, per quanto mi riguarda, siamo tutti chiamati, ognuno a suo modo e/o in base al suo ruolo, a disubbidire a questa legge!