di Antonio Ciniero
Inizia a circolare la bozza del cosiddetto decretoSalvini, se verrà approvato così come è in bozza creerà maggiore irregolarità, esclusione
e ricchi affari per carcerieri e chi con i carcerieri collabora in nome del profitto
fatto sulla pelle delle persone, basta leggere anche solo i primi 2 articoli
per rendersene conto.
Art. I Abrogazione del pds per motivi umanitari
Il rilascio del pds per motivi umanitari in mancanza
dei requisiti per accedere al diritto di asilo è sì una stortura, ma è conseguenza
dettata dall’assenza a monte di strumenti che permettano l’ingresso e la
libertà di movimento in Italia (e in Europa) per motivi diversi da quelli
politici. Dichiararsi perseguitato politico è l’unica possibilità per sperare
di accedere ad uno status regolare. Questo giochetto, impedire gli ingressi in
condizione di regolarità restringendoli ai soli “migranti politici”, e di
conseguenza costringere tutti i soggetti che entrano in Itala ad inserirsi all’interno
di un sistema di accoglienza del quale in moltissimi farebbero volentieri a
meno, ha creato le storture che da 7 anni, da più parti, si stanno denunciando.
Se si vuole ridurre l’irregolarità non va
eliminato il pds per motivi umanitari, semplicemente devono essere previsti
modalità di ingresso in condizione di regolarità che diano a tutti la
possibilità di spostarsi liberamente in Europa, tra l’altro in questo modo si
farebbe anche venire fuori l’ipocrisia dell’UE sul tema delle migrazioni e
della libertà di movimento dei migranti senza sequestrare delle persone su una
nave per gironi dopo che sono state tratte in salvo dal mare e dopo aver subito
violenze inumane nei lager libici.
Se verrà abrogato il pds per motivi umanitari
aumenterà solo il numero degli irregolari, i quali, tra l’altro, non potranno
essere espulsi, come pensa chi applaude ai provvedimenti propagandistici
di questo governo, e siccome non potranno essere espulsi cosa pensa di fare il
governo? Basta leggere l’art. 2 del decreto per trovare la risposta.
Art. 2 Prolungamento della durata del tempo di
trattenimento nei centri di permanenza per il rimpatrio
Il trattenimento all’interno di questi centri di
detenzione amministrativa, dove, è bene ribadirlo, si viene privati della
libertà senza che si sia commesso un reato o che si sia pronunciato un giudice,
verrà prolungato da 90 a 190 giorni.
Un cittadino straniero che non ha commesso alcun reato potrà quindi essere privato della libertà per oltre sei mesi! Naturalmente il
trattenimento in questi centri ha un costo, per altro elevatissimo, che
paghiamo con le nostre tasse e che incrementerà i profitti, il business dei
gestori di questi centri (che sono quasi sempre gestititi da privato “sociale” anche
se fatico a capire cosa abbia di sociale la privazione di libertà di chi non ha
commesso alcun reato…) e delle imprese che con questi
gestori collaborano.
Come già successo in passato, questi provvedimenti
non faranno altro che aumentare l’irregolarità e spingere verso forme di
esclusione sociale sempre più spinta i soggetti più vulnerabili. Che i centri
di detenzione amministrativa siano una fabbrica di “clandestinità” è assodato
da 20 anni, continuare a proporli come panacea per contrastare l’irregolarità
può voler dire solo due cose: o il ministro non conosce quello di cui parla, o,
più verosimilmente, lo conosce così bene che sa quanto possa tornare utile in
termini di propaganda e di demagogia, cosa che, mi pare, gli riesca davvero
bene!
Gli altri provvedimenti sono naturalmente peggiorativi,
basti pensare che si restringe la possibilità di iscrizione anagrafica per i
titolari di alcune forme di pds, minando così l’accesso a diritti fondamentali a
partire da quello alla salute o che, ciliegina sulla torta, si introduce per
legge il principio che si debba meritare il pds (art. 42 bis) e inoltre si cancella il sistema di accoglienza diffusa garantito dalla rete Sprar.
Insomma, un pasticcio, né più né meno, che però,
se approvato così com’è, avrà effetti devastanti sulla vita delle persone e
minerà, ulteriormente, l’accesso ai diritti.
Noi (antirazzisti, attivisti, cittadini che
difendiamo la Costituzione…) non staremo con le mani in mano, questo ministro
ci troverà esattamente dove ci hanno trovato i suoi predecessori ogni volta che
hanno attentato alle libertà fondamentali dell’essere umano, e saremo tanti, come
siamo stati tanti nel porto di Catania e in piazza a Milano e saremo sempre di
più!
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