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venerdì 21 marzo 2014

Una sosta lunga trent’anni: i rom XoraXané del campo Panareo

Antonio Ciniero







Le prime famiglie d’origine rom giungono sul territorio salentino nei primi anni Ottanta, a seguito della crisi dell’ex- Jugoslavia, dopo la morte di Tito. Inizialmente si tratta di una sola famiglia, composta da una ventina di persone, a cui, nel corso degli anni, si aggiungono altri gruppi familiari. Fino ai primi anni Novanta arrivano a Lecce principalmente cittadini rom provenienti dal Montenegro (in particolare dalla capitale Podgorica). Con la crisi del Kosovo (tra il 1996 e il 1999) al gruppo montenegrino si aggiungono altre famiglie rom di origine kosovara. Tutte le famiglie appartengono alla minoranza albanofona di cultura islamica (rom XoraXané shiftaria). Questo gruppo di cittadini rom giunge in Italia sulla scia dei più generali flussi migratori, e non per “innato istinto nomade”. Nel paese di origine vivevano in abitazioni stabili, inserite all’interno del tessuto urbano e sociale, sebbene periferico, delle loro città. Nonostante ciò, quando le Istituzioni locali si accorgono della presenza dei rom sul territorio decidono, non senza contraddizioni, di riproporre a Lecce la soluzione del campo sosta, la stessa “ricetta” fallimentare sperimentata in altre regioni italiane: dapprima si individua l’area dell’ex-campeggio di Solicara (1995), poi, dal 1998, l’area di Masseria Panareo, situata in aperta campagna, senza alcun collegamento pubblico, lungo la strada provinciale Lecce-Campi Salentina. Questo tipo di politiche ha avuto come conseguenza una forma di ghettizzazione che contribuisce, tra l’altro, a rafforzare nell’opinione pubblica antichi e mai sopiti pregiudizi (i rom “sono nomadi”, “sono sporchi”, “non voglio lavorare”…). I campi non solo non offrono alcuna risorsa, ma spesso escludono chi li abita da qualsiasi possibilità di interagire positivamente con il resto del tessuto sociale proprio a causa della loro dimensione stigmatizzante e marginalizzante.

lunedì 2 dicembre 2013

I rom del Campo Panareo di Lecce tra marginalità socio-lavorativa e contingenza





Abstract 

This text analyzes social and working environment for a group of citizens of Roma origin settled for over thirty years in Lecce where, for twenty years, they found a house in a Roma camp located in the suburban area of the town.
In this essay it will be reconstructed, through field notes and interviews, causes, processes, modifications and, above all, difficulties of access to socio-economic resources of this group of citizens who, although they are present on the same territory for more than two decades, they still have a strong socio-economic gap with respect to the local people due, in a large part, to the institutional choices reserved for them until today.


Keywords: rom, work, Roma camp, discrimination, marginalization, exclusion, contingency.


Introduzione

Da sempre la presenza dei gruppi rom2, in Europa come altrove, è stata oggetto di processi di stigmatizzazione e marginalizzazione da parte delle società maggioritarie3. I rapporti che storicamente si sono instaurati tra rom e gagé4 sono stati, quasi sempre, rapporti di potere, fortemente asimmetrici, improntati alla conflittualità con le società maggioritarie, un’asimmetria ancor oggi mantenuta attraverso le politiche pubbliche emanate dalle istituzioni [Vitale T., 2008]. Si tratta di politiche che incidono fortemente sui diversi aspetti della vita individuale e sociale dei membri dei gruppi rom. Non fa eccezione la sfera lavorativa, una dimensione anch’essa molto condizionata dalle scelte politiche e dai processi di istituzionalizzazione loro riservati.Questo saggio si pone l’obiettivo di analizzare il rapporto instaurato con la sfera del lavoro dai membri di uno specifico gruppo rom, i XoraXané, che dagli anni Ottanta vivono nel capoluogo salentino. 
Farò riferimento a dati rilevati da un’indagine5sul campo svolta dall’I.C.I.S.MI.6 tra il 2008 e il 2010, la terza sullo stesso gruppo.  Il percorso d’indagine, non ancora concluso, ha previsto due fasi:
- una prima, quantitativa, finalizzata alla ricostruzione dei dati socio-anagrafici dei singoli membri, dei percorsi migratori delle diverse famiglie e al rilevamento di opinioni e atteggiamenti dei singoli su specifici temi (studio, lavoro, sanità, giustizia, vita sociale nel e al di fuori del campo);
- una seconda fase, di carattere prettamente qualitativo – condotta attraverso l’osservazione e la realizzazione d’interviste aperte – ha focalizzato specifici temi, tra cui anche quello del rapporto con il lavoro che costituisce l’oggetto di riflessione di questo articolo.Questi risultati non hanno pretesa d’esaustività, ma vogliono essere un contributo alla riflessione sulle cause, sulle modalità e sulle difficoltà d’accesso alle risorse socio-economiche di un gruppo di cittadini di origine rom che, sebbene presenti sullo stesso territorio da più di un ventennio, si trovano ancora a confrontarsi con un forte gap socio-economico rispetto al gruppo maggioritario dovuto, in gran parte, alle scelte istituzionali loro riservate.

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