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giovedì 20 giugno 2019

Se un ministro minaccia di sterilizzare una donna...

La violenza (non solo verbale) diviene sempre più un elemento strutturale dell'azione politica di questo esecutivo. Ieri, per la prima volta nella nostra storia repubblicana, un ministro della Repubblica ha addirittura minacciato di "mettere in condizione di non aver più figli" una donna accusata di furto. La minaccia di sterilizzazione forzata, da ieri, non è più solo un atto vergognoso della storia dei regimi totalitari nazifascisti, ma argomento politico legittimato da un ministro nel pieno delle sue funzioni.
Non si sottovalutino queste forme di violenza politica, non sono boutades di un leader populista perennemente in campagna elettorale impegnato solo a galvanizzare il suo elettorale, sono forme istituzionali di incitamento e legittimazione alla violenza.
L’aumento esponenziale delle aggressioni a sfondo razzista;
l’aumento esponenziale delle aggressioni ad opera di organizzazioni neofasciste;
i processi di criminalizzazione degli atti solidali;
le forme di repressione violenta del dissenso;
la creazione di capri espiatori su cui scaricare surrettiziamente le frustrazioni di segmenti significativi di popolazione non sono solo retaggio di un triste passato o potenziali pericoli per un futuro prossimo, sono manifestazioni dell’oggi, sottovalutate dai più, che stanno producendo effetti devastanti tanto sul piano sociale, quanto sul piano dei diritti.
Questo non è un processo irreversibile, possiamo fermali, sono deboli, sono una minoranza nella società.
Riprendiamoci i nostri spazi, continuiamo a lavorare per una società aperta, democratica, inclusiva ed egualitaria.

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