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lunedì 30 luglio 2018

Rimediare ai disastri? Alcune cifre svincolate dalla propaganda







di Antonio Ciniero

Ministro, i dati ci dicono che l’unico disastro è rappresentato dalle persone che state condannando a morie e dalle persone che state condannando a immani violenze nei lager libici, ed è un disastro in drammatica continuità con chi l‘ha preceduta!  


Arrivi in Italia 1 gennaio - 31 luglio 2017: 94.448;*
Morti/dispersi1 gennaio - 31 luglio 2017: 1.955, il 2,06% di chi ha tentato di arrivare in Europa via Libia*


Arrivi in Italia periodo 1 gennaio -27 luglio 2018: 18.314;*
Morti/dispersi 1 gennaio -25 luglio 2018: 1.111, il 6,12% di chi ha tentato di arrivare in Europa via Libia*


Le uniche cose che confermano i dati sono:
Ø  L’aumento della pericolosità della rotta Libia-Italia, con conseguente aumento dei morti/dispersi in mare di oltre il 4% rispetto all’anno precedente.
Ø  Diminuzione degli ingressi in Europa via Italia e aumento degli ingressi in Europa via Spagna e Grecia.

La diminuzione degli ingressi in Europa attraverso l’Italia - che sta tanto a cuore all’attuale ministro dell’Interno, come stava a cuore al suo predecessore - si deve a due fattori:

Ø  Gli accordi siglati tra il nostro governo e il governo libico di Fayez al-Sarraj al quale si è deciso di subappaltare il lavoro sporco, fatto di violazione di diritti umani, torture, incarcerazioni abusive e violenze di ogni genere. Facendo finta di non sapere quello che avviene in Libia (come ha fatto Minniti) o addirittura arrivando a negare questo stato di fatto come ha fatto il ministro Salvini durante la sua visita in Libia.  
Ø  L’apertura di nuove rotte, come è sempre avvenuto nella storia delle migrazioni dirette in Europa ogni qual volta che i paesi di destinazione hanno tentato di chiudere le frontiere. È una dinamica nota almeno dal 1973.


Dietro la diminuzione degli sbarchi si consuma un eccidio che pesa come un macigno sui paesi europei e sulla nostra coscienza.

Di fronte a ciò, l’unica possibilità che i paesi europei hanno di rispondere in maniera democratica è quella di prevedere canali di ingresso regolari e di riportare al centro del dibattito politico internazionale il tema del diritto alla mobilità.

Tutti i paesi dell’UE hanno sottoscritto la Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Uomo che al primo comma dell’art. 13 prevede che “Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato”, è ora che la rispettino!   


*Fonte dati arrivi in Italia: Cruscotto statistico Ministero dell’Interno; Fonte dati morti/dispersi: mia elaborazione su dati IOM (missingmigrants.iom.in)

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