di Antonio
Ciniero
Lo so, è un po’ come sparare sulla croce rossa, ma
qualcosa, forse, può essere utile dirla a proposito del “contratto” Lega – Movimento
5 Stelle. Provo a farlo prendendo in considerazione solo uno dei temi del “contratto”,
quello trattato al punto 13 “IMMIGRAZIONE: RIMPATRI E STOP AL BUSINESS”.
Evidentemente un tema centrate per i due movimenti
populisti e xenofobi, tanto per quello che ha significato in termini di
raccolta voti e consenso popolare, quanto per lo spazio che al tema è dedicato
nel contratto. All’immigrazione sono dedicate tre pagine, per capirci, i due movimenti
hanno voluto dare più spazio all’immigrazione che al tema del reddito di
cittadinanza o del lavoro o, ancora, del fisco… temi che pure avevano avuto una
loro centralità durante la campagna elettorale.
Veniamo al dunque. In generale, il punto dedicato all’immigrazione,
esplicita, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la natura razzista e populista
dei due movimenti e ne rende ufficialmente palese la collocazione nella destra
estrema del panorama politico.
L’analisi che traspare dal punto in questione è
perentoria, il sistema di accoglienza italiano è fallimentare! E su questo difficilmente
si può dissentire, peccato però, che questo sistema di accoglienza non sia frutto
del caso, non è nato da una strana alchimia naturale, ma è stato pensato e
implementato proprio quando a guidare il dicastero del Viminale c’era il “papà”
politico di uno dei due contraenti, Roberto Maroni. E peccato ancora che la
legge che oggi il nostro paese utilizza per normare le l’ingresso e le presenze
dei cittadini stranieri porta ancora il nome dal “padre dei padri” di uno dei
due contraenti.
Le proposte per l’immigrazione avanzate nel
contratto, a ben guardare, non fanno altro che peggiorare ed esasperare
dinamiche e dispositivi legislativi ad oggi già esistenti. Non si propone di
fare nulla di molto diverso da quanto fece l’approvazione nel 2002 della legge
189, la Bossi-Fini, rispetto alla 40 del 1998, la Turco-Napolitano. Peggiorare,
laddove possibile, gli elementi repressivi, e lasciare inapplicati - o alla
volontà delle singole istituzioni, di volta in volta chiamate in causa - l’implementazione
dei dispositivi previsti per garantire inclusione sociale e accesso ai diritti.
Nel contratto si ribadisce la necessità di
aumentare i rimpatri, controllare le frontiere e rafforzare accordi di
collaborazione internazionale per fermare le partenze. Se su queste proposte ci
fosse il copyright, Minniti, a giusta ragione, potrebbe rivendicarne i diritti
d’autore, e prima di lui, sempre a giusta ragione, Bossi o Fini, potrebbero
rivendicarne i diritti, e così, risalendo ancora indietro nel tempo, anche Napolitano
potrebbe rivendicarne i diritti! Insomma, se c’è un filo rosso che tiene unito
le diverse proposte per governare l’immigrazione del nostro paese questo è, ahi
noi!, il progressivo deterioramento della democrazia degli istituti giuridici
adottati nel corso del tempo.
Naturalmente anche questo contratto non fa
eccezione e, se dovesse essere operativo, non farà altro che violentare e
sfregiare, ulteriormente, la nostra democrazia.
Lo farà per esempio quando prevede che:
·
“le procedure per la verifica del diritto
allo status di rifugiato o la sua revoca siano rese certe e veloci, anche
mediante l’adozione di procedure accelerate e/o di frontiera, l’individuazione
dei Paesi sicuri di origine e provenienza, la protezione all’interno del
Paese di origine (IPA)”. Come può trovare applicazione questa
affermazione se l’Italia ha firmato la Convenzione di Ginevra? Come si può solo
pensare che un perseguitato politico possa essere al sicuro all’interno del
paese di origine dal quale prova a sfuggire? Qui siamo di fronte alla negazione
della logica prima ancora che del diritto!
·
“al fine di garantire un corretto
bilanciamento con gli interessi di sicurezza e ordine pubblico, occorre poi
prevedere specifiche fattispecie di reato che comportino, qualora commessi da
richiedenti asilo, il loro immediato allontanamento dal territorio nazionale”.
In questo caso si arriva addirittura a considerare l’essere richiedente asilo un
aggravante del reato commesso, visto che propone l’espulsione in aggiunta alla
pena prevista per l’eventuale reato commesso! D’altronde, nemmeno questo
abominio giuridico è una trovata del due giallo-verde, è già prevista dal
nostro malandato sistema democratico che, per alcuni reati, prevede l’espulsione
in aggiunta alla pena nel caso il reato sia commesso da un cittadino straniero.
·
“È imprescindibile scardinare il business
degli scafisti che ha causato sbarchi e morti nel mar Mediterraneo e
smantellare le organizzazioni criminali internazionali per la tratta degli
esseri umani, con ulteriore cooperazione e coinvolgimento della polizia
giudiziaria di altri Paesi europei.” Anche in questo caso, se si vuole
realmente ottenere questo non c’è altra soluzione che aprire le frontiere eprevedere meccanismi di ingresso in condizioni di sicurezza e legalità. Non è
la polizia giudiziaria a dover essere coinvolta ma il parlamento europeo e
quelli dei singoli stati membri.
·
“La valutazione dell’ammissibilità delle
domande di protezione internazionale deve avvenire nei Paesi di origine o di
transito, col supporto delle Agenzie europee, in strutture che garantiscano la
piena tutela dei diritti umani. Inoltre riteniamo che si debbano implementare
gli accordi bilaterali, sia da parte dell’Italia sia da parte dell’Unione
europea, con i Paesi terzi, sia di transito che di origine, in modo da rendere
chiare e rapide le procedure di rimpatrio.” È un eufemismo per dire lasciamo morire la gente lontano dai nostri
civili e democratici occhi… anche questa, purtroppo, non è una trovata del
duo giallo-verde ma è una proposta che “puzza” molto di vecchio.
·
“Occorre prevedere, contestualmente, l’individuazione
di sedi di permanenza temporanea finalizzate al rimpatrio, con almeno una sede
per ogni regione, previo accordo con la Regione medesima, e con una capienza
sufficiente per tutti gli immigrati irregolari, presenti e rintracciati sul
territorio nazionale, garantendo la tutela dei diritti umani. Ad oggi sarebbero
circa 500 mila i migranti irregolari presenti sul nostro territorio e,
pertanto, una seria ed efficace politica dei rimpatri risulta indifferibile e
prioritaria”. Non poteva certo mancare la proposta di costruire nuovi “carceri
abusivi” in cui rinchiudere essere umani che non hanno commesso alcun reato per
poter far finta di espellerli e nel frattempo lucrare sulla loro reclusione. E non
poteva certo mancare il numero esorbitante di stranieri irregolari lanciato
così a caso… un must, un evergreen della sospensione dei diritti e dello stato di eccezione, quasi un sogno
perverso che accomuna tutti coloro che negli ultimi anni si sono susseguiti
nella guida del Ministero degli Interni.
·
“…occorre, quindi, procedere ad una revisione
dell’attuale destinazione delle stesse in materia di asilo e immigrazione, in
particolare prevedendo l’utilizzo di parte delle risorse stanziate per
l’accoglienza per destinarle al Fondo rimpatri.” Ma certo, perché finanziare l’accoglienza e l’inclusione, quando
si possono utilizzare i fondi, già risicati, per l’accoglienza per implementare
una fallimentare politica dei rimpatri? Che la politica delle espulsioni del
nostro paese sia un fallimento è sotto gli occhi di tutti, acclarata anche l’ultima
indagine della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione deidiritti umani del Senato della Repubblica Italiana.
·
“Ai fini della trasparenza nei rapporti con
le altre confessioni religiose, in particolare di quelle che non hanno
sottoscritto le intese con lo Stato italiano, e di prevenzione di eventuali
infiltrazioni terroristiche, più volte denunciati a livello nazionale e
internazionale, è necessario adottare una normativa ad hoc che preveda
l’istituzione di un registro dei ministri di culto e la tracciabilità dei finanziamenti
per la costruzione delle moschee e, in generale, dei luoghi di culto, anche se
diversamente denominati.” Last but
not least, eccolo, non poteva certo mancare, il nemico per eccellenza: il
famigerato terrorismo islamico che si anniderebbe nelle moschee del bel paese a
tal punto da richiedere una legislazione ad hoc, sì, perché scrivere leggi speciali suona male, specie quest’anno
che ricorre l’ottantesimo anno dall’emanazione delle leggi razziali nel nostro
paese!
Indubbiamente ci aspettano
tempi bui e non facili, non perché le proposte del duo razzista oggi alla ribalta
sulla scena politica italiana siano particolarmente nuove, ma proprio perché già
ne conosciamo gli effetti e le storture a cui daranno vita se implementate.
Continuerà la guerra ai poveri, la criminalizzazione delle povertà e della
solidarietà e, specie nell’immediato, questi processi subiranno una pericola accelerazione
perché sono gli eventi più mediatizzabili
e che più, demagogicamente, possono dare l’impressione all’elettorato che il
governo stia facendo qualcosa di concreto.
Non bisogna abbassare l’attenzione,
abbiamo bisogno di presidi di solidarietà, di luoghi di difesa della
democrazia, di riaffermare la nostra Umanità!
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