Marco
Minniti ha dichiarato che i Cie che dovranno ospitare le persone irregolari da
respingere “non avranno nulla a che fare
con quelli del passato. Punto. Non c'entrano nulla perché hanno un'altra
finalità, non c'entrano con l'accoglienza ma con coloro che devono essere
espulsi.”
I
Cie, così come prima i CPT (Centri di Permanenza Temporanea, introdotti dalla
legge n. 40 del 1998, la cosiddetta Turco-Napolitano) non hanno mai avuto nulla a che fare con l’accoglienza! Lo scopo,
dichiarato, è sempre stato quello dell’identificazione e dell’espulsione. Uno scopo
rispetto al quale - come abbondantemente attestato da studi, ricerche, commissioni
di inchiesta - si sono rivelati del tutto inefficaci.
Questo
un ministro dell’Interno ha il dovere di saperlo! Se non lo sa, è palesemente inadeguato
a ricoprire il ruolo che ricopre; se lo sa e finge di non saperlo prende in
giro chi lo ascolta facendo squallidi gioghi di potere sulla pelle di chi è più
vulnerabile!
I Cie sono luoghi di sospensione dei diritti, si conosce perfettamente
tutto quello che avviene al loro interno, si conoscono le dinamiche relazionali
che si innescano tra operatori e “internati”, si conoscono le contraddizioni
giuridiche a cui danno vita, la funzionalità produttrice di irregolarità
amministrativa e la correlazione che questa irregolarità prodotta per legge ha
tanto con le modalità di costruzione del consenso, quanto con le modalità di
inserimento lavorativo e relativo sfruttamento in contesti economici depressi.
I Cie,
semplicemente, vanno aboliti. Rappresentano un vulnus nel sistema della
nostra cultura giuridica. Sono incompatibili con un paese democratico. Sono luoghi
che non rispettano, prima ancora che i diritti, l’umanità.
#MaiPiùCie
#CieNèquiNèAltrove