di Antonio Ciniero
Confrontando i dati sugli arrivi/decessi in Europa di
quest’anno con quelli dello stesso periodo dell’anno scorso emerge che, in generale
- in linea con quanto era accaduto l’anno scorso rispetto al 2017 - si continua
a registrare il calo del numero degli arrivi. Se gli arrivi calano, non
diminuisce però la probabilità di morire durante la traversata del Mediterraneo
che anzi è aumentata di circa 10 volte. Se la probabilità di morire nel
tentativo di raggiungere l’UE è una delle conseguenze della politica delle frontiere
chiuse, avviata a livello europeo con l’adozione degli accordi Schengen, l’aumento
di tale probabilità è invece una delle conseguenze della guerra dichiarata alle
operazioni di salvataggio delle vite in mare. Una guerra avviata a livello europeo,
prima, con gli attacchi alle operazioni di salvataggio della Marina Militare
Italiana, in particolare all’operazione Mare
Nostrum e proseguita poi con la guerra
alle Ong, un vero e proprio attacco alla
solidarietà e al diritto/dovere di salvare vite in mare, iniziata dal Ministro
Minniti e portata avanti, in piena continuità, dall’attuale inquilino del
Viminale.
Nell’info
grafica che segue (fonte UNHCR) ci sono i dati per il periodo che va dal 1 gennaio al
24 febbraio 2019
In
tutto il Mediterraneo i morti sono stati 207, lungo la rotta del Mediterraneo
centrale sono stati 144.