Antonio Ciniero
Diceva
Malcom X che se non fossimo stati attenti, i media ci avrebbero fatto odiare le
persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono.
Eppure
quello che è accaduto a Gorino il 24 ottobre va molto al di là di quella che
può essere solo una responsabilità dei media, del clima di intolleranza
costruito in Italia. Chiama in causa responsabilità di tutti, ad iniziare da
chi ha permesso che tutto ciò potesse accadere.
Probabilmente
anche quella che descrive Gorino come una comunità compatta e unita nel
razzismo è un’immagine, in parte, costruita e semplificata dal racconto mediatico
(sia mainstream che dei social), ma bisogna prendere atto che, fino ad oggi, la
voce della solidarietà - quella della gente comune, dalla cosiddetta società
civile alle parrocchie, dai collettivi alle associazioni, quella insomma che si
è storicamente attivata per supplire alle carenze istituzionali dello stato, e che
abbiamo conosciuto, per quanto riguarda l’accoglienza a cittadini stranieri,
sin dal marzo del 1991, quando gli uomini e le donne del brindisino accolsero gli
albanesi giunti nel porto della loro città – ecco, quella solidarietà a Gorino sembra
essere scomparsa o, se esiste, non ha trovato spazio per esprimersi. Per lo
meno pubblicamente.