Cerca nel blog

lunedì 26 settembre 2022

Un (breve) commento a caldo sui risultati elettorali

 



di Antonio Ciniero



“E' il tempo della responsabilità” ha detto commentando a caldo i risultati elettorali Giorgia Meloni. Risultati che mettono in luce almeno un paio di evidenze che penso resteranno tali a prescindere dalle analisi che si potranno fare con calma, vedendo la distribuzione  territoriale e i flussi dei voti. 

La prima, è che il fronte delle forze politiche cosiddette “progressiste” ha inequivocabilmente perso (e non è la prima volta), non solo queste elezioni politiche, ma ha perso, soprattutto, “la sua gente”, ha perso cioè militanti, semplici cittadini che, per troppi anni, hanno ingoiato bocconi amari pur di “difendersi dal pericolo delle destre”, salvo poi scoprire che politiche “di destra” erano state portate comunque avanti da coloro che ci avrebbero dovuto difendere dalle destre. L’elenco è lunghissimo, e va dai processi di precarizzazione delle vite di milioni di ragazzi e ragazzi ai quali il sogno della flessibilità ha regalato solo insicurezza, una generazione (in verità oramai più di una) di persone costrette a vivere vite sospese, continuamente rimandate per citare Luciano Gallinno, al continuo procrastinare (non si sa però a quando…) l’approvazione di leggi che avrebbero semplicemente riconoscito diritti civili, sociali e politici a cittadini e cittadine che oggi ne sono privi. A milioni di cittadini sono stati negati diritti non dalle forze politiche reazionarie che si apprestano a governare, ma dalle forze politiche progressiste che si sono dimostrate, con i fatti, non essere tali. La vicenda della mancata riforma della legge sulla cittadinanza è forse quella che più di altre esemplifica ciò. Per non parlare del filo rosso che tiene unite le diverse leggi sulle migrazioni, dei vari decreti che hanno modificato parti del Testo Unico sulle migrazioni, dei decreti per gestire l’ordine pubblico e, risalendo ancora più indietro nel tempo, delle diverse ordinanze che hanno inaugurato la stagione dei “sindaci sceriffi”…. In Italia questi interventi politici che hanno colpito così duramente i diritti sono state tutte “invenzioni” delle forze progressiste, peggiorate dalle destre quando hanno avuto responsabilità di governo. Probabilmente una seria riflessone su questi aspetti, un’assunzione di responsabilità da parte dei quadri dirigenti di quello che rimane dei vecchi partiti progressisti potrebbe essere utile, invece di continuare nel tentativo di provare a “nominare un nuovo popolo”, per parafrasare Bertold Brecht. 

La seconda evidenza che mi pare manifestino queste elezioni credo che traspaia proprio dalle parole utilizzate dalla leader di fratelli di Italia per commentare i risultati, “è il tempo della responsabilità” ha detto. E questo credo che si possa tradurre più o meno così: saremo responsabili, vale a dire, allineati ai diktat delle politiche neoliberiste in campo economico. Non verrà cioè messo in discussione ciò che non è stato messo in discussione negli ultimi trent’anni: deregolamentazione economica, processi di finanziarizzazione, tagli alla spesa sociale…, detto in altri termini, si continuerà a fare guerra ai poveri anziché alla povertà. 
Quello su cui probabilmente sin da subito potranno intervenire in maniera pesante le forze di destra che si apprestano a governare, non potrà che essere quello su cui già in passato sono intervenute le forze reazionarie quando hanno avuto responsabilità di governo. L’esempio più vicino in ordine di tempo è il passato governo “gialloverde”. Quello che quasi sicuramente avverrà nei prossimi mesi sarà un aumento di azioni propagandistiche a costo zero, in termini economici, ma che saranno capaci di garantire sicuri guadagni in termini di consenso elettore, un consenso che però sarà, come sempre, pagato dai più deboli: dalle minoranze, da chi è privato di diritti, da chi vive in condizione di povertà, da chi è costretto a vivere per strada o in alloggi improvvisati. (1) Insomma, prepariamoci a riviere un tempo in cui il razzismo sarà nuovamente esibito, quasi rivendicato. Un tempo in cui chi subisce l’effetto di politiche che creano povertà e impoverimento sarà descritto come causa della sua condizione. Un tempo in cui una famigerata difesa della (inesistente) “famiglia naturale”, porterà a colpire (o continuerà a negare) i diritti di migliaia di famiglie reali che vivono nel nostro paese.
Insomma, prepariamoci a resistere, a non lasciare nessuno/a da solo/a, ma prepariamoci o continuamo, per chi da anni lo fa lontano dai clamori mediatici, a costruire un nuovo spazio di elaborazione politica per una sinistra sociale, radicata nei territori che sappia sognare e costruire una società in cui sia bello e giusto vivere. 


(1) Proprio in considerazione di ciò ritengo che sia altamente improbabile che il Ministero dell’Interno possa essere affidato a Salvini vista la sua capacità di trasformare il dicastero preposto alla gestione dell’odine pubblico in una straordinaria macchina di propaganda per sé e il suo partito pagata da tutti noi contribuenti…


Nessun commento:

Posta un commento